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08 Luglio 2021

«Sussidiarietà e sblocco uffici pubblici per il futuro di Roma». L’Audizione OAR in Campidoglio

di Redazione OAR

Semplificazioni, funzionamento degli uffici pubblici, sussidiarietà, futuro di Roma. Sono alcuni dei temi – dei quali l’OAR si è costantemente occupato nel corso dell’attuale mandato – toccati da Christian Rocchi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, nel suo intervento di ieri, 7 luglio, presso l’aula Giulio Cesare in Campidoglio, alla presentazione del Rapporto di Consiliatura: occasione di confronto sul bilancio degli ultimi cinque anni e sulle prospettive future della Capitale.

La premessa fatta nel suo discorso dal presidente OAR – invitato a partecipare alla giornata dalla presidenza dell’Assemblea Capitolina – si è concentrata su ruolo e funzioni degli Ordini professionali: «Sono enti pubblici di garanzia sociale – ha ricordato Rocchi –  svolgono servizi di interesse generale e si pongono come garanti della deontologia professionale. Lo Stato chiede al sistema ordinistico il controllo del comportamento e della qualità dei servizi offerti dagli iscritti. Gli Ordini non sono un sindacato di parte ma enti pubblici e – come tali – hanno l’obbiettivo del miglioramento delle condizioni reali del territorio. Principio cardine in base al quale dovrebbero operare è la sussidiarietà: collaborare con le amministrazioni, da istituzioni che tentano di risolvere problemi comuni».

Il ragionamento si è poi proiettato verso il futuro, innanzitutto quello di Roma «che, come le altre città italiane, dovrà essere messa in grado di attirare finanziamenti e di poterli spendere creando la città di domani». Per farlo bisognerà puntare «sul confronto e sulla partecipazione».

Campo di intervento prioritario è quello dello «sblocco della macchina amministrativa: gli uffici pubblici – di Roma e non solo – devono essere messi in condizione di funzionare correttamente, mentre oggi non avviene. Soprattutto a causa della carenza di personale. Già due anni fa mancavano 60 persone al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (Dpau), Archivio progetti e Ufficio condono». Oggi la situazione si è aggravata: servono almeno 80 dipendenti nel solo Dpau.

«Manca il personale – ha detto Rocchi -. E quel poco che c’é non é incentivato da prospettive di futuro. I più bravi se ne vanno. I concorsi non sono una soluzione nell’immediato, per le lungaggini delle procedure, ma anche perché in diversi uffici del dipartimento bisogna essere formati per i servizi che si forniscono». Roma – prosegue – non può permettersi due anni di transizione con gli uffici che non funzionano: in questa situazione, infatti, nessuno sarà disposto a investire sulla nostra città». Per il futuro della Capitale, invece, «servono investimenti: non solo pubblici ma anche dei privati, i quali – però -, nell’incertezza dei tempi di gestione delle pratiche, se ne vanno».

La proposta degli architetti – ha ribadito il presidente OAR – «punta ancora una volta sulla sussidiarietá quale azione-ponte concreta. I professionisti si mettono a disposizione, anche attraverso la ‘commissione integrata consultiva per la bollinatura delle pratiche edilizie’, proposta tre anni fa dall’attuale Consiglio dell’OAR. E oggi attivata con grande profitto: a Milano, però, purtroppo non a Roma».

Il futuro delle costruzioni sul territorio romano passa dallo sblocco della situazione al Dpau – ha sottolineato ancora Rocchi -: basti pensare al rilascio dei titoli edilizi, dalla Cila alla Scia fino al permesso di costruire. Ma anche alle attestazioni sul fronte Superbonus 110%: qui la situazione potrebbe rivelarsi ancora più complessa vista la recente modifica del comma 13-ter del Testo Unico, in base alla quale per accedere al Superbonus non sarà più necessaria l’attestazione dello stato legittimo, sebbene si precisi poi che ‘resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell’immobile oggetto di intervento’. Una modifica che renderà ancor più confuso il panorama dei titoli edilizi e della loro efficacia».

È stato ricordato, infine, l’impegno dell’Ordine sulla messa a punto della proposta di decreto legislativo con le «Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato», attuazione della legge 81/2017, con possibili soluzioni per affrontare le criticità che contraddistinguono il difficile funzionamento della macchina sottesa alla Pa: temi «emersi anche nel corso del webinar organizzato dall’Ordine lo scorso aprile sulla ‘Riforma della Pubblica Amministrazione’, che ha visto tra l’altro la presenza del ministro Renato Brunetta». (FN)

di Francesco Nariello

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