POLITICA DELL'ORDINE

09 Febbraio 2023

Concorso obbligatorio per opere rilevanti e no alla liberalizzazione dell’appalto integrato: la Memoria OAR inviata al Parlamento

Escludere l’utilizzo dell’appalto integrato almeno nel sotto soglia, perché la sua liberalizzazione indiscriminata finirebbe per «svilire l’idea del progetto architettonico quale opera d’ingegno, assoggettando la professionalità dell’architetto alle logiche dell’utile d’impresa». E, rendere obbligatoria la procedura del concorso per la progettazione di «opere di rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, paesaggistico, storico-artistico, nonché di valore sociale e culturale».

Sono alcune delle proposte incluse nella memoria sul nuovo Codice degli Appalti che l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia ha inviato l’8 febbraio, alla Commissione Ambiente della Camera, dove è in corso l’esame dello schema di Dlgs su cui il Parlamento è chiamato ad esprimersi entro il 21 febbraio.

«Le proposte sono l’esito di un grande lavoro che l’Ordine degli Architetti di Roma porta avanti da mesi attraverso la Commissione/Osservatorio Codice dei Contratti», riferisce Alessandro Panci, presidente dell’OAR.

«Questa proposta potrebbe costituire il primo nucleo per quella “Legge per la qualità dell’Architettura” che gli architetti e la comunità civile attendono da 30 anni. Perché la qualità dell’architettura è un bene di tutti!», aggiunge Marco Vivio, coordinatore della Commissione/Osservatorio Codice dei Contratti e Consigliere dell’OAR

Concorso (in due fasi) unica procedura possibile per opere di rilevanza architettonica, ambientale, paesaggistica, storico-artistica

Quanto al concorso di progettazione, la consigliera delegata Area concorsi Claudia Ricciardi ricorda anche che è l’unica procedura che «mette al primo posto la qualità del progetto di architettura, offrendo la massima trasparenza in tutte le sue fasi». Contrariamente a quanto attualmente dispone lo schema di Codice degli Appalti, che prevede per i concorsi il ricorso preferenziale alla procedura in un’unica fase, l’OAR chiede che, invece, si ponga in primo piano il concorso in forma anonima e in due fasi, al fine di garantire e assicurare una massima apertura, nonché un riconoscimento economico ai partecipanti che sviluppano il progetto.

Il documento trasmesso alla Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera

Soprattutto, secondo l’OAR occorre che il concorso di progettazione diventi «l’unica procedura consentita per l’affidamento – qualunque ne sia l’importo – della progettazione di opere di rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, paesaggistico, storico-artistico, nonché di valore sociale e culturale». Una scelta che l’Ordine reputa necessaria per garantire la qualità dei progetti.

Va nella stessa direzione la proposta di introdurre nel nuovo Codice dei contratti il divieto di richiedere, per le procedure al di sotto delle soglie di rilevanza europea, «requisiti diversi e ulteriori rispetto alla sola iscrizione agli albi professionali (fermo, beninteso, il possesso dei requisiti di carattere generale)». L’obiettivo è «garantire l’accesso alla progettazione sotto soglia per le specifiche tipologie di opere (edilizia civile e beni di interesse artistico, storico e culturale) anche ai giovani professionisti e di favorire, perciò, ancora una volta la scelta di progetti di qualità e il riconoscimento di capacità e di creatività, al di là delle logiche ancorate alla ricerca dei requisiti di capacità tecnico-professionale ed economica-finanziaria supportate da esperienze professionali».

L’asilo Sant’Elia di Giuseppe Terragni

Si tratta, dunque, di consentire ai giovani architetti di poter progettare una scuola, una piazza, etc…, senza dover esibire requisiti di fatturato. «Ricordiamo – sottolinea Marco Vivio – che con l’attuale Codice dei Contratti, Giuseppe Terragni non avrebbe potuto progettare in autonomia il suo capolavoro: l’asilo Sant’Elia». Opera che Terragni ha progettato all’età di 30 anni.

Inoltre, secondo l’OAR sarebbe auspicabile prevedere per i concorsi di progettazione un servizio di supporto tecnico al Responsabile unico del procedimento, che sarebbe molto utile specie per le stazioni appaltanti di piccole dimensioni, «spesso carenti, nell’organico, di figure professionali dotate di specifiche professionalità rapportate alle attività di progettazione».

di Mariagrazia Barletta

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