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26 Maggio 2021

Legalità, l’iniziativa degli Ordini. Cantone: «Fare squadra nella lotta alla corruzione». Fari puntati sul Recovery Plan

di Redazione OAR

Un ruolo fondamentale per gli Ordini professionali – architetti in testa – nella lotta alla corruzione e alle mafie. Con la necessità di «fare squadra» – tra istituzioni, organismi intermedi tra società e pubbliche amministrazioni, e cittadinanza – nell’ottica di rendere efficaci gli interventi previsti dal Recovery Plan e porre le basi per una vera ripartenza del Paese.

Sono alcuni degli spunti emersi dell’iniziativa promossa, in occasione della Giornata nazionale per la Legalità – fissata il 23 maggio in ricordo della strage di Capaci, avvenuta nello stesso giorno del 1992  – dall’Ordine degli Architetti di Roma e provincia con il patrocinio del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc), e il sostegno di numerosi ordini provinciali degli architetti da tutto il territorio italiano: gli Ordini di Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Brindisi, Catania, Chieti, Frosinone, Latina, Macerata, Milano, Palermo, Parma, Salerno, Teramo, Torino, Verona, Viterbo e la Federazione degli Ordini della Sardegna.

L’evento – svoltosi il 24 maggio e giunto alla quarta edizione – si è avvalso del coordinamento scientifico di Christian Rocchi, presidente OAR, mentre la giornata è stata moderata da Franco La Torre.

Le parole chiave, che hanno dato il titolo al convegno, oltre a legalità, sono state «sussidiarietà, governo del territorio e progresso». Concetti che sono stati declinati in modo diverso dai tanti relatori intervenuti: dal procuratore Raffaele Cantone ai sindaci di alcune amministrazioni comunali, da esponenti della politica ai presidenti degli ordini degli architetti, fino al mondo delle associazioni.

Ad aprire la riflessione è stato il procuratore Raffaele Cantone, che ha subito sottolineato come, per arginare l’illegalità, «non si possa fare a meno dei professionisti, soprattutto di architetti e paesaggisti, la cui attività impatta sul territorio, e che sono attenti alla tutela dei valori e delle rispetto delle norme sul territorio, troppo spesso messe in discussione da attività corruttive». Da presidente Anac, ha proseguito il procuratore, «ho sempre pensato che il contrasto alla corruzione   non potesse essere un tema solo per magistratura, forze dell’ordine o Authority, ma che si dovesse partire dal basso, dai cittadini, ma anche, in modo particolare, dai corpi intermedi come gli ordini professionali». Lo stesso Cantone ha poi rimarcato: «Credo sia molto importante che anche gli Ordini si facciano carico, come avvenuto in questa occasione, di organizzare giornate della legalità. La lotta alla corruzione e alle mafie non può e non deve essere appannaggio di pochi, ma dell’intera società: c’è bisogno di fare squadra ed è decisivo il contributo dell’associazionismo e del mondo professionale».

Per Christian Rocchi, presidente OAR, l’obiettivo da fissare è quelli di «far concorrere al progresso la parte più ampia della società». Partecipazione, dunque, garantendo allo stesso tempo i massimi livelli di trasparenza, rispetto delle regole, legalità. Il governo del territorio, ha aggiunto Rocchi, «è talvolta una missione impossibile. Per questo occorre apporto di soggetti intermedi, come i professionisti iscritti agli Ordini, capaci di svolgere un ruolo di mediazione tra politica e cittadini, e il mondo delle associazioni. Deve essere costruita insieme una visione olistica del territorio. Le conoscenze devono poi essere trasferite al legislatore che, soprattutto attraverso le opportunità offerte da Recovery Plan, dovrà essere in grado di offrire una nuova visione del nostro Paese». In riferimento al convegno organizzato, il presidente OAR ha ricordato: «Siamo alla quarta edizione di un evento che cresce ogni anno: un’iniziativa che sottolinea come le professioni ordinamentate siano una parte fondamentale del sistema-Paese, garanzia di corretta competizione sulla base della competenza. La legalità è infatti presupposto inalienabile per la costruzione del nostro futuro, oltre che strumento di selezione delle migliori forze a disposizione sul territorio».

L’impegno dei professionisti nella lotta a illegalità e corruzione, e il richiamo di tutta la comunità degli architetti «sui temi della responsabilità e del bene comune», è stato confermato da Francesco Miceli, neo presidente del Consiglio nazionale degli Architetti PPC, con l’annuncio dell’istituzione della «Giornata dell’etica e della legalità, coincidente con il 23 maggio, ricorrenza della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta, per impegnare, ogni anno, gli Ordini territoriali e l’intera comunità professionale in iniziative pubbliche di riflessioni e di interventi a favore della legalità». Il numero uno del Cnappc ha ricordato come «il tema della legalità è uno di quelli centrali delle politiche che attueremo e richiede rigore e impegno costanti. Lo ribadiamo con forza soprattutto in questo momento in cui ci apprestiamo, come sistema-Paese, a gestire con trasparenza le ingenti risorse messe a disposizione dal Pnrr». Per questo motivo, ha infine aggiunto, nascerà «l’Osservatorio sulla legalità: anche attraverso la nostra costante e quotidiana azione di vigilanza è possibile impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel piano di rilancio del Paese. In questa direzione va, ad esempio, anche la nostra richiesta di semplificazione delle norme: il loro numero spropositato, il loro sovrapporsi e contraddirsi, la loro farraginosità applicativa sono un terreno ideale su cui nascono le irregolarità, le corruttele e molto spesso il malaffare».

A richiamare l’attenzione sull’urgenza di vigilare su corruzione e procedure illegali, in particolare in un periodo, come quello attuale, in cui si stanno programmando gli investimenti per i prossimi anni, è stato Walter Verini, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati: «Nel post emergenza Covid servirà una importante redistribuzione risorse per evitare disordini sociali: anche qui si inserisce l’impegno del pubblico contro la corruzione. In questa fase, con i fondi per la ripartenza stanziati dal Pnrr nell’ambito del Recovery Plan, bisogna fare grande attenzione». Infine ha osservato: «Serve un grande patto di comunità tra istituzioni, cittadini e corpi intermedi, come gli ordini professionali, che possono dare un contributo prezioso per la coesione sociale».

Spunti concreti e riflessioni su criticità e dinamiche che segnano le attività delle amministrazioni locali sul fronte del governo del territorio sono stati messi in luce dai sindaci intervenuti al convegno. Per Damiano Coletta, sindaco di Latina, «difendere la legalità può tradursi in un allungamento delle procedure. Dire dei ‘no’ può far perdere consensi. Si rischia di ‘bloccare’ dirigenti che hanno paura di sbagliare. Per questo la politica deve fare sintesi, creare una cultura della legalità che passi dalla partecipazione dei cittadini e dal concetto di equità». Sulla stessa linea Renato Franco Natale, sindaco di Casal di Principe e vicepresidente nazionale di «Avviso Pubblico», spiegando come «corruzione e illegalità si annidino sempre nella poca partecipazione: i cittadini con la loro presenza possono aiutare gli amministratori», mentre la «troppa discrezionalità rischia di aumentare il pericolo corruzione». Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ha concluso rimarcando che «le città sono il punto di incontro tra diritti, territorio e partecipazione», sottolineando l’importanza di temi come la mobilità, la rigenerazione urbana, l’internazionalizzazione e rimarcando che «con il Recovery Plan la sfida più improntante sarà riuscire a spendere le risorse».

La chiusura dell’evento è stata dedicata alle associazioni che operano sul territorio sul fronte della lotta all’illegalità e alle mafie, rendendo esplicito il valore civile della sussidiarietà. Hanno portato il loro contributo Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro di Padre Pino Puglisi di Palermo, Marco Sorrentino, presidente Cooperativa Terradamare – Palermo; e Manuela Marani, segretario generale L’Altra Napoli Onlus. (FN)

di Francesco Nariello
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