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Digitalizzazione & Bim
03 Maggio 2023

La rivoluzione dei dati modella il futuro dell’architettura

HBIM, interoperabilità delle informazioni e gemello digitale, al centro del primo evento formativo in lingua inglese organizzato dall'Ordine degli Architetti di Roma.

Il superamento della concezione “conclusa” di progetto, e la necessità di far convergere design e tecnologia verso il medesimo obiettivo: le riflessioni emerse nell’ambito del convegno “H-TWIN. Digital design tools for conservation, restoration and renovation of the building heritage”, che si è svolto martedì 2 maggio presso la Casa dell’Architettura negli spazi dell’Acquario Romano, oltre a svelare squarci del processo di innovazione in corso, tracciano i contorni di una nuova figura di architetto, in grado di padroneggiare l’intero ciclo di vita degli edifici grazie alla possibilità di accedere a un flusso continuo di dati.

L’incontro, realizzato con il coordinamento scientifico di Erica Agnelli, Commissione Internazionalizzazione OAR (Tutor Nives Barranca, Formazione OAR), ha coinvolto ricercatori e progettisti esperti in Building Information Modeling (BIM), scansione 3D e metodologie informative digitali: Francesco Bedeschi, direttore Facoltà di Architettura dello University of Arkansas Rome Program, Stefano Converso, ricercatore  Università Roma Tre, Mauro Saccone ricercatore Università Roma Tre, Giordano Carlini, studente Master of Construction Digital Twin & Artificial Intelligence, Sapienza Università di Roma, Emiliano Capasso e Vincenzo Panasiti, ACPV Architects.

I relatori hanno condotto i propri interventi in inglese, inaugurando una modalità di evento formativo la cui finalità è facilitare l’innovazione anche attraverso il linguaggio internazionale, come sottolineato da Paolo Anzuini, Consigliere OAR, nella introduzione al convegno (“Rome must speak to the world”).

L’applicazione del BIM agli interventi su immobili storici e complessi inseriti nel patrimonio dei Beni culturali, o Heritage BIM (HBIM), conferma che non ha più senso la distinzione tra costruzione, recupero, restauro; così come si pongono fuori da un approccio sostenibile alla progettazione i processi edilizi che relegano alle fasi conclusive la valutazione di costi e risorse disponibili. La modellazione digitale, a partire da nuvole di punti collocati nello spazio geometrico, individuati e restituiti tramite scansione 3D, consente di creare riproduzioni dello stato di fatto, ma anche modelli che, una volta collegati alle basi di dati rilevati da sensori dell’IoT (Internet of Things), diventano gemelli digitali (digital twin) degli edifici, semplificandone la verifica e la manutenzione.

La visione del progetto come unicum che si estende dalla idea creativa fino alle modifiche sul costruito incorpora il tempo – documentazione stratificata per gli edifici storici, fase di trasmissione dei dati di rilevamento per i gemelli digitali – tra i parametri di riferimento per le decisioni, con un approccio che ridefinisce gli ambiti di competenza degli architetti, chiamati a specializzarsi su hardware e software, e a percepire in termini più complessi il proprio contributo. La digitalizzazione comporta l’apprendimento di nuove tecniche di rilievo, restituzione, catalogazione, stima e programmazione, ponendo d’altra parte problematiche relative alla gestione condivisa di informazioni (sicurezza, compatibilità dei formati, copyright) e alla scelta del livello di dettaglio dei modelli più adeguato a dimensioni e budget di intervento.

Per facilitare l’interazione dei gruppi di lavoro, che possono essere numerosi nei progetti sviluppati tramite BIM, diventa necessario fissare standard operativi, con cui stabilire i valori di approssimazione dei calcoli, le estensioni di file, i criteri di aggiustamento planimetrico, i sistemi di coordinate condivisi. Tale esigenza si estende al rapporto tra architetti e committenti, per esempio, nella raccolta cartografica, che produce numerose criticità quando l’interlocutore del progettista è la pubblica amministrazione: la trasformazione digitale, per essere efficace dovrebbe coinvolgere il sistema del catasto, secondo una tendenza prefigurata dall’ipotesi di “Digital building logbook” formulata a livello europeo e, in Italia, dalla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). 

Per approfondimenti:

Commissione Europea, “Definition of the digital building logbook” – Report 1 of the study on the development of a European Union framework for buildings’ digital logbook

Governo italiano, Dipartimento per la trasformazione digitale – Dati e interoperabilità

di Francesca Bizzarro

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