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Architettura
17 Maggio 2021

Recovery/M3. Infrastrutture, mobilità sostenibile e riduzione divario tra città e aree interne

di Redazione OAR

Promuovere lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese, a partire dall’investimento sull’alta velocità ferroviaria e sulla riduzione dei tempi di percorrenza, ma anche sul potenziamento delle linee su ferro regionali e sui porti, oltre che sulla digitalizzazione del sistema logistico. Sono gli obiettivi primari della Missione 3 del Recovery Plan focalizzata sulle «Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile» e che potrà contare su una dotazione di oltre 31,4 miliardi, di cui circa 25,1 miliardi stanziati dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – il Pnrr, asse portante della strategia per risollevare l’Italia dalla crisi connessa all’emergenza pandemica – e i restanti 6,3 miliardi riconducibili al Fondo complementare.

Tra le priorità  – con misure che incideranno sulle scelte di pianificazione urbanistica e territoriale nei prossimi anni – c’è quella di arginare carenze e ritardi connessi al permanere di forti divari sul territorio nazionale, «che travalicano l’usuale differenza fra Nord e Sud» e che si riscontrano, in particolare, tra aree urbane e aree interne e rurali, con livelli di qualità dei servizi di trasporto molto difformi sul territorio e limitazioni alle possibilità di movimento delle persone. Tematiche che toccano da vicino, tra l’altro, una realtà come quella dell’area metropolitana di Roma e le connessioni della Capitale con altre parti del Paese. L’aspetto che caratterizza la Missione 3, in generale – in base a quanto emerge dal testo del Pnrr – è la trasversalità dei benefici ottenibili in ambito territoriale e generazionale, soprattutto attraverso gli interventi di completamento e il rafforzamento di reti e infrastrutture ferroviarie.

Prosegue, dunque, il ciclo di articoli di approfondimento, pubblicati a giorni alterni (lunedì, mercoledì, venerdì) sul sito OAR e dedicati alle Missioni che compongono il Recovery Plan, con un’attenzione particolare a misure e riforme che avranno impatti più o meno diretti sull’attività degli architetti, sulle città e sul territorio italiano e romano. Il primo dei tre articoli settimanali serve a dare un inquadramento generale della Missione presa in considerazione, mentre gli altri due saranno focus su misure di maggiore interesse per i progettisti.

Qui gli articoli pubblicati finora: Missione 2 (LINK1, LINK2, LINK3) e Missione 1 (LINK1, LINK2, LINK3)

È il capitolo degli investimenti sulla rete ferroviaria – prima componente della Missione 3 (M3C1)  – che catalizza la quasi totalità delle risorse a disposizione, con una dotazione di 24,77 miliardi di euro, il 98,5% del totale stanziato dal Pnrr, a cui si aggiungono 3,2 miliardi del Fondo complementare. Le misure su cui si concentrano le quote maggiori di investimenti sono, da una parte, quelle che riguardano le linee alta velocità – sia nel Nord, per spingere i collegamenti europei (8,57 miliardi di euro), che nel Sud, per potenziare le tratte passeggeri e merci (4,64 miliardi) – e, dall’altra, interventi mirati per il rafforzamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave, per il potenziamento delle linee regionali. Ulteriori interventi sono previsti sulle infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno – come nel caso del miglioramento delle stazioni – ma anche per il rafforzamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali in ottica sostenibilità.

Una linea di investimento specifica è dedicata al miglioramento, nel Centro-Sud del Paese, della connettività trasversale attraverso linee diagonali ad alta velocità (1,58 miliardi). L’obiettivo degli interventi proposti «è quello di ridurre i tempi di percorrenza per i passeggeri e di trasporto delle merci dall’Adriatico e dallo Ionio al Tirreno, attraverso il miglioramento della velocità, della frequenza e della capacità delle linee ferroviarie diagonali esistenti».  Tra le tratte interessate quelle che rientrano nel progetto della Roma-Pescara.

Altri investimenti sono riservati, invece, attraverso la seconda componente (M3C2) su intermodalità e logistica integrata, alla digitalizzazione della catena logistica (250 milioni di euro) e innovazione digitale dei sistemi aeroportuali (110 milioni).

A caratterizzare la Missione 3, infine, è la rilevanza dei capitoli dedicati alle riforme – presenti in entrambe le componenti – mirate a spingere, facilitare e rendere efficaci gli investimenti per la mobilità sostenibile. Dalla accelerazione dell’iter di approvazione dei progetti ferroviari (Riforma 1.2) all’attuazione delle Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti (Riforma 2.2) fino alla semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica nell’ambito del sistema portuale.

(FN)

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